XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Pubblicato giorno 6 luglio 2024 - In home page

La profezia, dono dello Spirito

 

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. Mc 6,4-5 

 

La chiamata a essere profeti è assegnata fin dal principio, a ogni credente, in quanto immagine e manifestazione di Dio nel mondo: se la regalità è esercitata solo dagli uomini della famiglia di Davide e il sacerdozio è assunto solo dagli uomini della famiglia di Levi, la profezia è invece caratteristica di donne e uomini discendenti dalle diverse tribù.

La profezia, è attribuita a tutti i credenti, ad Abramo, a Sara, ai patriarchi e alle matriarche, a Mosè, a Davide, ed è assegnata a figure imponenti, maschili e femminili, nella Torah e nei “libri storici”: Miriam, Debora, Elia, Eliseo, Natan, Hulda.

Personaggi capitali, senza cui diversa sarebbe stata la storia del popolo di Dio. Nella Scrittura la profezia non si estingue, ma cammina con il popolo per aiutarlo a riconoscere i momenti in cui è visitato dal suo Signore: è l’anziana profetessa Anna, insieme al vecchio Simeone, ad accogliere nel Tempio il Cristo Messia, insieme a Maria e a Giuseppe, il giorno della presentazione; sono i veri profeti, in ogni tempo, a rendere manifesta la volontà di Dio, «ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto». Tutti corriamo il rischio di giudicare senza ascoltare, pensando che da quanti conosciamo non possa venire nulla di buono e finendo per vivere il carisma degli altri come «motivo di scandalo». Il rifiuto impedisce l’azione della grazia. Offriamo dunque con coraggio la testimonianza di essere, per il Battesimo, sacerdoti, re e profeti in Gesù!

                                                     Laura Paladino Famiglia Cristiana