Questa pandemia fa indossare le mascherine e fa cadere le maschere. L’illusione di vivere sani in un mondo malato si è sgretolata, insieme a tante altre false sicurezze.
Messo come tutti alla prova, anche il mondo della catechesi fatica comprensibilmente a trovare punti di riferimento. Si potrebbe dire che viviamo la tensione tra il desiderio autentico di continuare ad iniziare ed accompagnare alla fede, ed il trovarci privati delle occasioni, del linguaggio e degli strumenti consueti.
Ecco che il Signore visita la sua Chiesa un po’ stanca, con i toni straordinari e sereni della spiritualità dell’Avvento. La progressione della luce rivela in noi una stanchezza fatta di paure, di resistenze, della necessità di controllare. Questa cattiva stanchezza sarà accolta e su di lei agirà il carattere di purificazione di questo tempo liturgico, fratello minore della Quaresima. In questo cammino riconosceremo che non amiamo ancora abbastanza la povertà, la fiducia, la speranza. “Solo l’amore dà riposo. Ciò che non si ama stanca male, e alla lunga stanca peggio” (Papa Francesco, Omelia della Messa Crismale, 2 aprile 2015).
Nel documento Ripartiamo insieme, frutto di un bel lavorio estivo di tanti appassionati di catechesi, sono emerse alcune parole che oggi ci appaiono ancora preziose: calma sapiente, che accetta di procedere senza aver chiaro tutto, di ritmi e risorse realistici, della cura fondamentale dei legami, di immersione nel kerygma, senza l’ansia di star dietro a programmi, di accogliere il vissuto personale attraverso i visi di tutti gli uomini, amati dal Signore. Riconosciamo, dietro a queste dimensioni, dei sentieri concreti per accogliere l’unico amore, fondato sul venire atteso del Signore. E solo l’amore dà riposo, rigenera, desta dal torpore, rimette in cammino “per un’altra via” (Mt 2,12). “Fin da piccoli abbiamo fame di storie come abbiamo fame di cibo. […] L’uomo non è solo l’unico essere che ha bisogno di abiti per coprire la propria vulnerabilità (cfr Gen 3,21), ma è anche l’unico che ha bisogno di raccontarsi, di “rivestirsi” di storie per custodire la propria vita. Non tessiamo solo abiti, ma anche racconti” (Messaggio del Santo Padre Francesco per la 54ma giornata mondiale delle comunicazioni sociali). Il tempo liturgico dell’Avvento e del Natale è ricchissimo di narrazioni capaci di provocare poi il raccontarsi fraterno e l’ascolto fra noi: Isaia ed i profeti dell’attesa, Zaccaria, Elisabetta e Giovanni, Giuseppe, Maria, gli angeli, i pastori, i magi ed i numerosissimi volti dei personaggi natalizi. Nessuno di essi è una comparsa, nessuno di noi. Il nascere del Cristo, come il nostro, è prendere un corpo ma ancor prima essere accolti in una trama di storie, tutte legate, tutte preziose per Dio. Desideriamo quindi vivere la fatica della catechesi, fatica buona e benedetta, fiduciosi che il tempo di Avvento e di Natale sapranno guarire la nostra stanchezza. Solo l’amore dà riposo, e l’amore viene: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio” (1Gv 4,10a)
(Ufficio Catechistico Nazionale)
Domenica 29, 1a di Avvento, iniziamo il nostro anno catechistico. Alla S. Messa delle 9.30 daremo il mandato ai catechisti. Non abbiamo ancora presentato il cammino ai genitori di 2a e 5a elementare, 1a e 2a media. Purtroppo l’unica modalità d’incontro con i ragazzi e i loro genitori è quella in remoto, l’appuntamento alla Messa domenicale resta il punto centrale e insistiamo perché non abbiano a mancare i ragazzi.


















