In questa sofferenza e persi nello smarrimento di un presente complicato e un futuro molto incerto, troviamo un richiamo ad alzare lo sguardo verso la luce: è possibile diventare figure completamente diverse.
“In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”.
In principio, in ogni uomo è stato posto non un cuore d’ombra, ma un seme di luce, sepolto in noi come nostro volto segreto.
Il suo volto brillò come il sole: il volto è come la grafia del cuore, la sua espressione. Il volto alto dell’uomo è comprensibile solo a partire da Gesù.
Ogni uomo abita la terra come un’icona di Cristo incompiuta, che viene dipinta progressivamente lungo l’intera esistenza su un fondo d’oro già presente dall’inizio e che è la somiglianza con Dio.
Ogni Adamo è una luce custodita in un guscio di fango.
Allora, Pietro, stordito e sedotto da ciò che vede, balbetta:
È bello per noi essere qui.
Non c’è fede viva e vera che non discenda da uno stupore, da un innamoramento, da un: che bello!
Venne una voce: quel Dio che non ha volto, ha invece una voce. Gesù è la Voce diventata Volto: ascoltate Lui. La visione del volto cede all’ascolto del volto. Quel volto parla, e nell’ascolto diventiamo come lui, anche noi imbevuti di cielo.
Così il grigio della pandemia scompare per l’arrivo di una luce nuova fatta di amore e fratellanza.


















