In questi giorni si sente spesso rintoccare la campana che avvisa della morte di qualcuno.
Il suono a volte da sud, dal campanile di Costa, altre volte dalla nostra torre di Montello.
Qualcuno, soprattutto degli anziani, viene assalito da un sentimento di nostalgia, consapevole che prima o dopo suoneranno per lui. Altri, più giovani e che vogliono bene ai genitori e ai nonni, si indispettiscono preferendo decisamente che non si suonasse proprio.
Eppure, quanti canti di migranti e della montagna, parlano del tocco di campana proprio per dire che non può mancare per nessuno questo suono di pietà che risveglia sentimenti intimi di compassione, di solidarietà, di vicinanza, a volte di curiosità per sapere in quale famiglia si vive questo momento speciale a cui non siamo mai pronti.
Un suono di campane perché la morte è l’ultimo gesto di vita comunitario. È l’unico che dovremo compiere personalmente e lasciarci partire verso quella realtà in cui abbiamo imparato a credere. Per noi cristiani è un momento di passaggio a cui prepararci durante tutta l’esistenza terrena. Come hai vissuto così sarà la tua morte. Felice la persona che si ritrova accanto le persone che ha sempre amato e che la aiutano e accompagnano in questa scelta finale.
Per la comunità della parrocchia, il suono che avvisa la “dipartita” è l’invito, subito colto, per esprimere una preghiera densa di significato; “l’eterno riposo donagli o Signore…”.
Sì, continueremo a suonare “da morto”, perché non vogliamo escludere dal nostro vivere questo atto finale da non nascondere o banalizzare.
In questo tempo di emergenza, poi, dove anche il rito del funerale viene escluso per motivi di sicurezza, questo suono aiuta ad essere ancora più uniti e a mantenerci umani. Finirà l’emergenza, riprenderemo a ricordare i cari defunti, con la Messa di suffragio, invitando amici, parenti e conoscenti insieme a tutta la comunità. E, nella liturgia, ci saranno molti invitati viventi: Gesù Cristo, sua madre Maria e tutti i Santi, gli angeli e gli arcangeli, i nostri defunti ancora più vicini a Dio e noi, viventi su questa terra tribolata, e guarderemo tutti nella stessa direzione, del Cristo risorto che fra qualche settimana celebreremo, e non sappiamo come, nel triduo pasquale.
Dal Salmo 1,26-27:
Svegliati, perché dormi, Signore? Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Poiché siamo prostrati nella polvere, il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; salvaci per la tua misericordia. Rialzaci Signore, nostro Dio, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi.


















