PENTECOSTE FESTA DEI POPOLI

Pubblicato giorno 30 maggio 2020 - Senza categoria

 

TUTTI… abbiamo vissuto la Fase-1, quella del “nessuno incontri nessuno”, accomunati dal #iorestoacasa, rintonati da tamponi, zone rosse, sirene delle ambulanze, piani per le fasi successive…

TUTTI… abbiamo espresso dai balconi o sui socials il supporto/sollecito/augurio: Andrà tutto bene!… Mola mia!… Noi amiamo Bergamo!…

TUTTI… siamo entrati frementi ma prudenti nella Fase-2 , quella del “qualcuno incontri qualcuno”, accomunati dal must del #distanizamentosociale  e dalla ormai finalmente immancabile (perché reperibile) “mascherina”.

TUTTI…, pur mantenendo le distanze, abbiamo cercato di andare avanti restandoci “vicini”. Di stare vicino a chi ha perso qualcuno, a chi ha perso il lavoro, a chi ha sofferto profondamente. Starci vicino. Una comunità è tale se sa essere attenta al dolore di chi ne fa parte.

TUTTI… “siamo sulla stessa barca”, ha declamato Papa Francesco nella meditazione proposta lo scorso 27 marzo in una inedita e deserta Piazza San Pietro.

Il tempo liturgico, dopo la Quaresima e la Pasqua (e il Ramadan) in quarantena, ci propone la solennità di Pentecoste che celebra  l’apice dell’opera di Gesù che ha mostrato con gesti e parole che la sua Salvezza è per TUTTI.

Celebriamo la solennità di Pentecoste quale occasione per riportare l’attenzione e ricentrare il proprio misuratore sociale sul TUTTI. Plurale, inclusivo delle diversità che caratterizzano oggi la società locale, sempre più multiculturale, multilinguistica e multireligiosa. Anche grazie alla realtà della migrazione che, nelle sue varie forme, traiettorie, epoche… ha reso anche la comunità cristiana di Bergamo capace di annuncio in più lingue, proprio come gli Apostoli descritti dalla PRIMA LETTURA (At. 2,1-11): “essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.

La diversità linguistica, manifestazione di quella etnico-culturale, non è più motivo di confusione e di opposizione, ma, grazie alla chiamata di tutti gli uomini a formare l’unico popolo di Dio nell’unico Spirito Santo, diventa strumento di unità e di comunione nella pluralità… L’evento della Pentecoste determina una vera etica dell’incontro che deve presiedere alla costruzione dell’umanità nuova inaugurata dalla Pentecoste stessa. Ogni persona deve essere riconosciuta nella sua dignità e rispettata nella sua identità culturale. (Messaggio di S. Giovanni Paolo II per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato del 1991)

Anche noi lasciamoci contagiare da “lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro” e raccogliamo l’invito a vivere questa Pentecoste come “Festa dei Popoli”, con una attenzione speciale alla cattolicità/universalità della Chiesa, alla prospettiva cristiana dell’annuncio pasquale che è salvezza PER TUTTE LE GENTI, dal cammino dei Magi fino allo stupore della Pentecoste in cui i discepoli si riscoprono capaci di comprensione pur parlando lingue diverse.

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