NON SIAMO SOLI
Inizia un nuovo anno ma l’ansia e l’incertezza mantengono fitta la nebbia che non ci permette di vedere lontano.
Prima di sforzarci a scrutare faticosamente e interpretare le ombre che si intravedono in mezzo alla foschia, forse è bene accorciare la vista molto più da vicino fino a giungere dentro noi stessi, proprio nel cuore profondo dove riconosciamo paure, desideri, affetti e sogni.
Che cosa cerco? Cosa voglio? Dove sto andando? E adesso?
Iniziamo a chiamare per nome quanto si muove nel nostro animo. Senza timore, senza maschere, senza finzioni. Non dobbiamo fare “bella figura”, non dobbiamo rimproverarci di nulla, dobbiamo solo essere sinceri con noi stessi e stimarci per quello che siamo.
Ognuno di noi è un valore, è un dono al punto tale che qualcuno lo ha apprezzato nel tempo e continua a farlo. Siamo stati ispiratori e chiamati a far parte di molte “storie”, esperienze di vita e di affetto. Alcune hanno perfino generato delle vite, mettendole in braccio all’uomo compagno che si è commosso e, impacciato, ha iniziato a fare sul serio per imparare il mestiere di padre.
Proprio queste relazioni profonde, piene di passione e di coraggio, ci hanno cambiato profondamente e ci hanno dato forza per farci dono ad altri, esterni a noi: abbiamo imparato ad amare e a lasciarci amare.
Con timore, a volte panico, abbiamo percorso strade e vicende umane sconosciute, spesso, attraversandole, abbiamo oltrepassato situazioni, conflitti, fatiche che sembravano impossibili. Siamo diventati dei combattenti per la vita e per una vita buona.
Allora, ritorniamo in noi stessi. Partiamo da chi siamo e da chi vogliamo essere.
Rinsaldiamo le fondamenta, rafforziamole, descriviamole di nuovo, con attenzione, simpatia, fierezza.
Ripartiamo dalle radici, da quanto abbiamo vissuto in famiglia, da quanto appreso nella nostra infanzia. Rivediamo il film della nostra adolescenza, gioventù, le scene dei nostri amori, delle scelte scolastiche, lavorative, dei traslochi, dei cambiamenti, delle fasi della vita. Con benevolenza tracciamo una sintesi, facciamo un sorriso alle molte persone che ci hanno accompagnato e lo fanno ancora oggi. Riprendiamo con motivazione e fiducia le responsabilità perché siamo ancora sul campo di “battaglia”, non ci mettiamo “fuorigioco”.
Continuiamo a giocare la partita della vita, ognuno col suo ruolo, ma convinti e determinati a “fare squadra” perché se siamo sulla “stessa barca”, possiamo attraversare la nebbia solo insieme.
Comunque vinceremo, perché l’Allenatore è forte. Nella tempesta c’è anche Lui, Gesù Cristo che ripete: “gente di poca fede, non abbiate paura”. Ci assicura una parola efficace, con la quale stabilire una relazione, un dialogo, all’insegna della ricerca, del discernimento, della trasformazione. L’ascolto diventa interpretazione di una visione, lettura dei segni dei tempi e obbedienza a ciò che essi comportano, scelta di come, dove e con chi camminare. L’ascolto si fa obbedienza a Dio, quel Dio che è più grande del tuo cuore! Non siamo soli!


















