Beati noi tutti, poveri e figli amati
In quel tempo Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e loro insegnava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra». Mt 5,1-5
Il cosiddetto Discorso della montagna, il primo dei cinque grandi Discorsi di Gesù contenuti nel Vangelo di Matteo, al centro sono i poveri, prediletti del Signore.
Il Signore «ha scelto» «ciò che è stolto per il mondo», «ciò che è debole», «ignobile e disprezzato», «ciò che è nulla, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. Grazie a Lui noi siamo in Cristo Gesù».
Questi «poveri», che «eseguono gli ordini del Signore», Gesù nel Vangelo li dichiara «beati», assicurando che il Regno dei Cieli è loro. L’amicizia con Dio e la vera beatitudine passano nel mondo per l’umiltà profonda e per l’anelito alla Giustizia autentica, un dono e un compito che ci investe in quanto figli amati nel Figlio e fratelli tra di noi. Questo non allontana le persecuzioni, tutt’altro: ci colloca nella stessa posizione del Cristo. E Gesù dice che proprio noi siamo beati quando in nome di Lui accogliamo le istanze della Giustizia voluta da Dio e le sofferenze che essa genera. In questo, e non nell’apprezzamento del mondo, è la vera Gioia.
Laura Paladino Famiglia Cristiana


















