III DOMENICA DI QUARESIMA

Pubblicato giorno 22 marzo 2025 - In home page

Un Dio paziente che lavora la zolla della nostra esistenza

«Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai». Luca 13,8-9

 

Di fronte a situazioni disastrose di morti e di violenze, qualcuno si può domandare: «Erano più peccatori degli altri quelli che sono rimasti vittime?». Gesù risponde: “No”, ma coglie l’occasione di quei casi di cronaca per dire che «Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo». Convertirsi per Gesù è in primo luogo un cambiamento di mentalità che dovrebbe riguardare il modo di giudicare sia i comportamenti morali degli uomini sia l’azione di Dio. Nessuno ha il diritto di distinguere gli uomini in giusti e ingiusti, in innocenti o colpevoli, a seconda della sorte che incontrano nella loro vita. Nessuno deve pensare che Dio voglia comportarsi da giudice severo e vendicatore. Il Dio del Vangelo non è un Dio dispensatore di paure, ma è un Dio che libera dalle paure.

C’è il vignaiolo che parla in modo misericordioso e chiede pazienza al padrone. Il tempo che si prolunga è segno di misericordia, non assenza di giudizio. Il tempo si prolunga per permetterci di approfittarne, non per giustificare il rinvio o l’indifferenza. Questo dialogo tra padrone e vignaiolo mette, inoltre, in risalto il valore dell’intercessione, della preghiera per ottenere misericordia, fatta da Gesù che è il vignaiolo al Padre che è il padrone. Dio è un Dio paziente che lavora la zolla della nostra esistenza e sogna sempre di raccogliere qualche frutto. Anno dopo anno attende il meglio di noi stessi, anche se tarda a venire. È tipico e proprio dell’Amore avere pazienza, continuare a sperare, prorogare le scadenze, prolungare le attese, concedere nuove opportunità, essere misericordiosi, fare continui e ripetuti sacrifici per non perdere nessuno, lottare con tutte le forze e fino allo stremo pur di salvare la persona amata.                               don Gianni Carozza Famiglia Cristiana