II DOMENICA DI QUARESIMA

Pubblicato giorno 15 marzo 2025 - In home page

La vita come un esodo

«Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme». Luca 9,30-31

 

La Trasfigurazione avviene su un monte che è il luogo più vicino a colui che è chiamato l’Altissimo. E su questo monte, dove la terra tocca il cielo, Gesù viene a pregare, a vivere un momento di particolare intensità nella sua relazione con il Padre. A fianco a Gesù apparvero Mosè ed Elia e parlavano dell’esodo che Gesù avrebbe dovuto compiere a Gerusalemme.

La parola esodo vuol dire uscita. Mosè, infatti, aveva guidato l’uscita del popolo di Israele dall’Egitto; Elia aveva fatto un’altra uscita importante andando fino al Sinai; adesso Gesù sta preparando il suo esodo decisivo.

È un’uscita, è un passaggio, è l’autentica Pasqua che comporta però il passaggio attraverso la croce: richiede quella sofferenza della passione. È un’uscita da questo mondo per poter entrare nella gloria del Padre. Ora, anche i discepoli devono imparare a fare l’esodo.

Uscire. Ma da dove? Da noi stessi, dalle nostre idee, dai nostri attaccamenti, dai nostri vizi, dalle nostre abitudini cattive, dal nostro egoismo, che è spesso al centro ed è il nostro padrone. Ci sono tante voci confuse e discordi che ci disorientano quando vorremmo un’indicazione sul cammino da prendere, ma c’è sempre una parola che può essere ascoltata senza timore di essere ingannati: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». C’è tanto male nel mondo, ma c’è anche, più forte del male, il bene di tante persone che non si stancano di amare. L’evento della Trasfigurazione ci educa a cogliere ciò che i nostri sensi superficiali non saprebbero percepire.        don Gianni Carozza Famiglia Cristiana