Quella gioia di incontrare il Risorto
Gesù disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». E Gesù: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» Gv 20,27-29
Nella domenica in albis, ci troviamo ancora nel giorno glorioso della Risurrezione, giornata liturgicamente lunga 50 giorni. Il primo incontro del Risorto con i suoi la sera del giorno di Pasqua.
È di nuovo notte e gli apostoli, anche se hanno ricevuto gli annunci delle donne sono smarriti. Dieci di loro, senza Tommaso, si trovano insieme, sono preoccupati di cosa possa accadere loro dopo la condanna e l’esecuzione di Gesù.
Non sono le mille parole che sentiamo che ci fanno credere definitivamente in Gesù: l’annuncio, necessario e fondativo, prepara l’esperienza viva di Lui.
Nelle nostre notti, nelle nostre paure, nei dubbi profondi e devastanti, Egli torna solo per noi, come «otto giorni dopo» per Tommaso, per farsi incontrare di nuovo: Egli è vivo, offre alla nostra incredulità smarrita, ogni giorno e fino alla fine, di toccare il suo Corpo. Coraggio!
Anche noi, come i discepoli, come Tommaso, «gioiamo al vedere il Signore», «crediamo e abbiamo Vita in Lui».


















