Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Luca 21,25-27
Si apre con questa domenica l’anno liturgico C, dedicato alla lettura del Vangelo di Luca, e comincia il tempo di Avvento, proteso a contemplare, ormai vicina, la mirabile opera di Dio e la sua salvezza attesa da tutta la storia. Un’idea centrale ricorre in questo inizio: sollevarsi, (ri)sorgere, alzare lo sguardo e volgerlo verso ciò che davvero conta, verso la vita. L’invito che risuona in questa prima domenica di Avvento, è l’invito a stare attenti a noi stessi, perché i nostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. il Signore ci chiama oggi a prepararci alla sua venuta.
La nostra quotidianità, fatta di tante cose terrene, utili nell’immediato e anche necessarie, rischia di risucchiare tutta la nostra attenzione e distrarci da quanto ha realmente valore. Corriamo il pericolo di dissiparci nel superfluo, ubriacarci di piaceri effimeri, affannarci ad arare il mare.
Siamo chiamati invece a trovare riposo in Dio, a crescere nell’amore tra noi, a guardare in alto, a promuovere frutti di bene là dove il Signore ci ha posto, in famiglia, al lavoro, nelle responsabilità private e pubbliche.
Siamo chiamati a disporci alla presenza del Signore e a fargli spazio perché tutti possano accoglierlo, a liberarci e a liberare le persone che ci sono intorno dalle zavorre dell’insignificante, che appare innocuo, ma è tale da paralizzare la vita e impedire di guardare in alto, di levarci per andare incontro al Signore che viene. Buon Avvento.


















