HANNO PORTATO VIA IL SIGNORE

Pubblicato giorno 1 aprile 2021 - In home page

... e non sappiamo dove l’hanno posto!

Dopo la morte in croce, nell’attesa della risurrezione, rimane, per un po’, solo il sepolcro vuoto.  Assenza di poter piangere sul corpo di una persona cara. Molti hanno attraversato in questo periodo l’angoscia di non potere umanamente salutare i propri famigliari.  Il vuoto del sepolcro scuote le nostre speranze, percepiamo che tutto ciò che Gesù ci ha proposto nella sua vit4100055a è sottratto dalle nostre vite. Il Messia ha fallito? Dentro di noi può nascere l’odio di chi vuole toglierci il Signore, abbiamo bisogno di avere dei nemici da combattere, nuovi saraceni e nuove guerre sante. La croce segno di riconciliazione, estremo perdono del male subito, è posta sulle bandiere identitarie per creare inimicizie. Assurdità, stravolgimento del messaggio di fratellanza universale voluto da Dio Padre con l’uomo Gesù. Onnipotenza del bene, dell’amore tramutato in odio. È vero il Signore Gesù c’è rubato, c’è tolto dalla creazione del nemico. Non ci rubano il Figlio di Dio chi non crede come noi, ci toglie il Dio dell’amore al nemico chi dice di credere in Gesù e non combatte dentro di se l’inimicizia. L’anima viene svuotata dalla potenza dell’amore misericordioso del Padre, dalla luce del messaggio cristiano, dalla risurrezione per tutto il creato.  San Francesco disarmato, umile, sottomesso propone al nemico di esser fratelli. Un altro Francesco, il nostro papa, ci suggerisce la stessa speranza: fratelli e sorelle che rinunciano alla guerra, fanno cessare il rumore delle armi, rispettano le differenze.  La mancanza del corpo del Signore nel sepolcro si tramuta in attesa di vederlo risorto. I segni della croce rimarranno visibili, ricordo fruttuoso, in attesa che le nostre e altrui ferite accolgano la risurrezione.

I timori del male accadono, immersi in Gesù, percorreranno il sentiero del Golgota, ci accompagneranno davanti al sepolcro vuoto, incontreranno il fratello Gesù vincitore della morte. La nostra speranza non è vana. 

“La nostra compassione umana ci lega l’uno all’altro, non per pietà o condiscendenza, ma come esseri umani che hanno imparato a trasformare la sofferenza comune in speranza per il futuro”. (Mandela)

Buona Pasqua di FRATELLANZA. 

(foto: vetrata centrale nella chiesa parrocchiale di Montello)