Domenica 24 marzo abbiamo celebriamo la 27° giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri a 38 anni dall’assassinio di Mons. Oscar Romero arcivescovo di San Salvador, ucciso mentre celebrava la Messa. È stato proclamato santo pochi mesi fa. Diceva: la Chiesa predica “una liberazione che mette al di sopra di tutto, il rispetto alla dignità della persona, la salvezza del bene comune della gente e la trascendenza che guarda innanzitutto a Dio e solo da Dio ricava la sua speranza e forza”.
Nel 2018 c’è stato purtroppo, un aumento di persone uccise in odium fidei, cioè a motivo della loro fede in Gesù Cristo. Sono 40, circa il doppio rispetto al 2017, gli operatori pastorali che hanno perso la vita per amore di Dio.
Il tema scelto per quest’anno: “Per amore del mio popolo non tacerò”. La frase è tratta dal profeta Isaia e si ispira alla testimonianza di Oscar Romero, el santo de America. Vuole esprimere la piena consapevolezza che amare Dio significa amare i propri fratelli, significa difenderne i diritti, assumerne le paure e le difficoltà.
Per amore del mio popolo non tacerò significa agire coerentemente alla propria fede. In quanto cristiani, discepoli missionari, portatori della Buona Notizia di Gesù, non possiamo tacere di fronte al male. Farlo significherebbe tradire il mandato che è stato affidato.
Durante la Messa delle 9.30 alla lettura del nome di ognuno dei 40 martiri, appariva sugli schermi la foto del testimone ucciso. Nel silenzio che seguiva veniva battuto un grosso chiodo nella croce posta al centro della chiesa. Impressionante la giovane età di questi missionari: soprattutto il seminarista di 15 anni!


















