Si dice: “ha messo al mondo”, “ha dato alla luce”, “ha partorito, “ha avuto” un figlio …
La profezia di Isaia (9,5) muove da tutt’altra prospettiva che mi sconvolge e ci coinvolge tutti profondamente e per sempre. “Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio…”.
Ogni bambino che nasce è dato/donato a tutti. È affidato alle cure di tutti, diventa un bene, un figlio, un fratello, una madre e un padre per ognuno.
Una prospettiva che stordisce e che, da sempre, tentiamo di non accogliere, perché impone un cambiamento radicale alle nostre relazioni, al senso della vita tutta.
San Francesco compose un Salmo per Natale e ricordava: “il Santissimo bambino diletto è dato a noi; e nacque per noi lungo la via e fu posto nella mangiatoia, perché egli non aveva posto nell’albergo”.
Auguro a tutti voi, di provare commozione non solo davanti al bambinello del presepio, ma davanti a ogni bambino in carne e ossa, che tende le braccia verso di noi e chiede di essere accolto. In quel bambino noi possiamo vedere quanto il Figlio di Dio, realmente, si sia fatto piccolo per noi.
Auguro a tutti voi, soprattutto a quelli che si sentono di essere “lungo la via”, in situazioni di fragilità e vulnerabilità, di sentirsi sotto lo sguardo materno e attento della Vergine Maria, con accanto la presenza vigile e premurosa di S. Giuseppe.
Imitiamo lo sposo e la Madre di Gesù nel prenderci cura di ogni persona, in una alleanza di solidarietà che renda umana ogni relazione, vivibile ogni situazione, possibile ogni progetto di vita buona, godibile ogni affetto donato e ricevuto, feconda e generativa di bene ogni condivisione.
Auguro a tutti voi di saper passare dalla commozione all’azione, per poter riconoscere, oggi, il Figlio di Dio che ancora chiede di essere accolto “lungo la via”, e ancora rischia di non trovare posto tra di noi e di doversi rifugiare altrove.
Santo NATALE
e un 2019 a servizio “lungo la via”
per una ritrovata umanità
don Domenico Parroco
don Tullio e Mons. Santino
e le Monache del Monastero


















