FESTA DELLA LIBERAZIONE

Pubblicato giorno 26 aprile 2020 - In home page

OMELIA tenuta durante la celebrazione religiosa “a porte chiuse” il 25 APRILE 2020

La parola del Signore è bella e attuale, è sempre una parola che stimola ad andare avanti ed è sempre nuova. Anche queste celebrazioni “civili” che viviamo attraverso la preghiera ci aiutano a capire, rileggendo la storia, che alcuni errori è meglio evitarli perché sappiamo che sono disastrosi. Anche perché si tratta del sacrificio di molte persone uomini e donne che hanno pagata cara questa esperieunnamednza della guerra, della Seconda guerra mondiale per cui alla fine hanno voluto dire “basta”, non ne potevano più di avere paura, non ne potevano più di vedere qualcuno che poteva far loro del male e ci si sono messi insieme a fare una cosa importante: riacquistare la libertà.

Ma questa libertà che non dipende dagli altri o dalle cose, prima di tutto è qualcosa di interno, di tuo. Ognuno di noi, se si guarda dentro, sa bene quanto è faticoso liberarsi dalle nostre dipendenze: dal gridare, dal volere sempre aver ragione, dal voler fare quello che si vuole, o del non rispondere a nessuno. Liberarci di queste schiavitù vuol dire cambiare il cuore, ed è veramente l’azione più difficile, che dura tutta la vita. In questi giorni si sente molto ripetere, riprendendo le parole di personaggi che hanno scritto la nostra costituzione italiana, la che la libertà non è donata una volta per sempre ma la si conquista ogni giorno. Una libertà che rispetta gli altri, una libertà che impara a rispondere delle tue azioni agli altri, una libertà che va difesa, va tutelata. Tuttavia, una libertà alla quale bisogna essere educati, comprenderla ed è lo sforzo che le scuole fanno, che anche la chiesa fa, l’oratorio fa, l’amministrazione, chi gestisce il territorio tentano di fare, perché rispettare  le leggi vuol dire rispettare la vita degli altri, rispettare il benessere degli altri.

San Pietro nella prima lettura che abbiamo ascoltato, ce lo ricorda tantissimo questo e ci dice innanzitutto “rivestitevi di umiltà gli uni agli altri”.  Se uno dice: “no io no! Comando io qui e faccio come voglio”! No, non si può far così, perché si costruisce un muro, perché si diventa incapaci di ascoltare, perché “tutti gli altri non capiscono niente”, solo tu ragioni bene! Questo è un atteggiamento di guerra, è un atteggiamento di aggressione, è violenza questa!  bambini

Dice ancora la lettera di S. Pietro: “Le vostre fatiche gestitele insieme gli uni con gli altri ”Collaborate!”  Quante volte lo abbiamo sentito in questi giorni proprio in occasione dell’incontro del Consiglio d’Europa, ma lo dice anche Papa Francesco “Nessuno si salva da solo”. Dobbiamo stare insieme! Solo così, nell’aiuto reciproco, possiamo combattere le guerre che stiamo vivendo e non sono poche.

Poi S. Pietro ci raccomanda di renderci onore gli uni, gli altri.  Ci dice di fidarci.  È bello questo: riuscire un attimino a fidarci degli altri, a stimare gli altri. A chi ci amministra noi abbiamo dato un voto, abbiamo detto loro: “chiedo a te il servizio di amministrare il territorio, di organizzarlo, ti chiedo di formarti perché tu possa garantire la sicurezza, possa fermare chi sta facendo qualcosa che rovina, una famiglia, una comunità, perché ci mette in difficoltà perché non partecipa anche non pagando le tasse, perché abbiamo bisogno di risorse per fare e pianificare una struttura, l’insegnamento, l’assistenza sanitaria, la sicurezza nel viaggiare nei trasporti, perché abbiamo bisogno di sostenere chi da lavoro e si trova in crisi. È complicato mettere insieme queste cose e vediamo quanto sia difficile anche a livello di continenti e di Europa dire no agli egoismi. Dobbiamo metterci tutti del nostro per sostenere chi non ce la fa, mentre chi sta bene dice “no, io non ho bisogno degli altri, mi arrangio da solo”. Ma questo è un peccato, il peccato più grosso quello di dire “basto a me stesso, gli altri … problema loro”.

E questo lo facciamo anche con il Signore, con Dio che lasciamo fuori, ma lui dice no: “io vi mando, io vi do la forza dello Spirito Santo; io ti ho unto nel battesimo, nella cresima, nei sacramenti del matrimonio e dell’ordine sacro, perché tu IMG_3017possa costruire il regno di Dio anche su questa terra, perché il suo Regno comincia qui”. Per quanto riguarda l’educazione civica si dice sempre che noi dobbiamo essere  cittadini attivi, responsabili, partecipare, esserci, discutere e per quanto riguarda la chiesa diciamo dobbiamo essere pietre vive che costruiscono questa comunità cristiana che sia  capace di volersi bene, sia capace di individuare l’errore, lo sbaglio ma combatta  contro l’errore e lo sbaglio e si usi misericordia con chi sbaglia, con il peccatore, e non lo si lasci fuori, non si butti via la chiave per chi devi segregare in carcere perché lo  si priva per un tempo della libertà.  È soprattutto importante che tu gli dia e favorisca di una seconda possibilità, una “messa alla prova”. E questo, grazie a Dio, esiste nei nostri comuni, nelle parrocchie, in tante associazioni. Esistono i sistemi di protezione, lo SPRAR perché a ognuno sia data la possibilità, ma è necessario accompagnarlo, camminare con lui, perché non si può dire: “Ti do questo arrangiati”, no, è necessario farlo insieme. Perché uno ha bisogno di sentire che l’altro gli dia fiducia. Così crescono i nostri adolescenti: tu li rimproveri se sbagliano, ma dici “vai ti sto vicino, proviamo di nuovo “. Questo, vuol dire costruire una comunità e una situazione di pace, di protezione. “Andate in tutto il mondo e annunciate la notizia della vita buona del Vangelo”.  Siamo creati per vivere insieme non per distruggerci o farci la guerra e allora uno che ha questa motivazione e ha in se questa forza di Dio, la riconosce e va nel suo nome, ed è capace di dare la vita per costruire un progetto di pace e di bene. Gesù ci ha garantito una cosa e ce lo scrive San Marco nel suo Vangelo “ Sì, non vi faranno del male anche se vi capiterà di bere dei veleni”, e quanti veleni abbiamo, cioè le notizie false, le ideologie sbagliate, l’ideologia che non ti fa considerare gli altri che ti dice quello che conta sono le cose, i soldi,  il potere.

Quello che conta sono le relazioni, che siano umane e se bevi il veleno che ti storpia tutta la testa beh, insomma non avrai alcun danno se ti riferirai sempre alla parola del Signore, se farai crescere in te questo dono della Sapienza, se insieme agli altri, che a questo punto consideri fratelli, avrai il dono del Consiglio: ti siederai a verificare, discernere e poi a decidere, il consiglio di amministrazione è quello che dopo aver valutato, decide e prende una direzione e questo è importante. Certo, allora l’evangelista dice anche quello che ti succederà: tu non avrai paura! E oggi, questa paura la viviamo in un modo quasi viscerale; una paura che qualche volta ti rende paralizzato, piccolo, perché dici: “aspetto che altri decidano per me, chiedo a chi e più forte, chiedo a chi ha sapienza a chi ha conoscenza a chi è un esperto che mi dica delle indicazioni”. Però poi, tocca a me, tocca ad ognuno di noi prendere una scelta, entrare in campo, giocare la partita, fare il nostro pezzo in questa guerra contro ciò che ci sta distruggendo. Allora ci sono alcune attenzioni importanti da non dimenticare.  Prima, ricostruire le relazioni umane fra di noi! Quanto soffriamo, oggi, il fatto di essere chiusi in casa, e ma io non esco perché se c’è il carabiniere, c’è il vigile, mi ferma, mi domanda, mi dà la multa, e ho paura. Ma questo è per una protezione, una prevenzione delle cose poi la rigidità delle cose è meglio gestirla con un po’ di buon senso e non essere li con il metro, con il centimetro o con il peso per dire sei di qui sei di la, ma l’importante è convincere e discutere è far capire quando uno sceglie non deve andare oltre per non mettere a rischio gli altri: quindi mascherine, distanze certo, ma non perdere queste relazioni per poterci di nuovo abbracciare un giorno. Quanti filmati si vedono in questi giorni dove si documenta il giorno della liberazione, abbracci di gente che ha finito la guerra. Abbiamo spedito ai ragazzi del catechismo un video, dove abbiamo intervistato alcuni anziani di Montello che c’erano il 25 aprile del 1945.  Sono testimoni che ci ricordano quel giorno perché suonavano le campane a festa, perché si sono trovati in piazza ad abbracciarsi. Qualcuno dice: ”io con il mio  amico abbiamo fatto una sbaraccata, ci siamo ubriacati perché era troppo bella una cosa del genere”. C’è una seconda attenzione importante che è quella della responsabilità personale. L’accennavo prima con i cittadini attivi, le pietre vive che costruiscono una comunità. Partecipare! La libertà è questa, cantava Giorgio Gaber, non è stare sopra un albero, non è lo sventolio di una bandiera: la libertà è partecipazione. In concreto significa interessarsi. Ci sono i comunicati che coccardal’amministrazione fa continuamente: beh chi va a leggerli? Chi va a interessarsi delle delibere che fanno. Quanta fatica che fanno nelle scuole a gestire i nostri preadolescenti delle medie. Partecipare vuol dire i “consigli dei genitori”: dobbiamo esserci. Organizzano delle serate informative sulla prevenzione dalle dipendenze, su come conoscere questi adolescenti che vivono una vita difficile come lo sappiamo bene! Quindi: esserci, ascoltare, dialogare. Questa la seconda attenzione: non scappare non far finta di niente e imparare a parlare bene degli altri, di chi si impegna. La tua critica sia dolce, diretta alla persona, non parlare a vanvera, non è un discorso da bar o di quando vai a sistemarti i capelli, no, è un’altra cosa la partecipazione, quindi critica moderata ma, soprattutto, rispettosa. Una terza attenzione: la coscienza ecologica. Normalmente, a marzo, si faceva la giornata ecologica, non è stato possibile ma penso che l’amministrazione inventerà un’altra occasione per farla perché vogliamo il nostro territorio pulito, non solo fuori di casa nostra, ma ovunque e soprattutto puliti dentro con consapevolezza, con rispetto perché siamo gestori della natura, non siamo padroni, e ne dobbiamo rendere conto alle generazioni future. Abbiamo organizzato una guerra scriteriata contro la natura. Papa Francesco ricordava poco fa “Dio perdona sempre, è misericordioso, l’uomo qualche volta perdona, la natura non perdona mai” se tu fai violenza alla natura se tu la deturpi, se tu la distruggi, la natura recupererà da sola ma ne pagherai le spese. Buona Festa della Liberazione a tutti!