Battesimo del Signore

Pubblicato giorno 8 gennaio 2022 - In home page

Non ha a che fare solo con qualcosa accaduto migliaia di anni fa, ma anche con la nostra esperienza.

Noi battezzati, infatti, siamo chiamati a ripensare le ragioni di un battesimo ricevuto da bambini, non “contro”, ma certamente “senza” la nostra volontà.

Proprio in questi tempi, quando non è più scontato essere cristiani, serve ritrovare le ragioni per cui i nostri genitori hanno deciso di trasmetterci la fede con quel sacramento che ci ha segnati per sempre.

Il Signore si sottopone al gesto compiuto da Giovanni non da solo, ma solidale con tutta la sua gente. Potremmo dire che essere battezzati significa non solo essere figli di coloro che hanno generato una vita destinata a terminare, ma anche parte di una Chiesa che è nostra madre e che genera a una vita che non finisce. Mentre l’immersione è compiuta, Gesù continua a pregare («stava in preghiera»).

Ogni preghiera, allora, “apre il cielo”, diventa lo spazio e il tempo di un incontro e di una rivelazione. A Gesù viene svelato il nome di “Figlio”, amato da Dio. Non si tratta però di una “adozione”: è la rivelazione di un segreto, ma non di una verità astratta; è «la confessione di una relazione personale secondo la metafora di una delle relazioni umane più profonde, quella del padre col figlio» (F. Bovon).

Come Gesù ha udito la voce del Padre suo, il Battesimo svela anche a noi ciò che più abbiamo bisogno di sentirci dire, e cioè che “siamo amati” da un Padre. Se la frase «Tu sei il figlio mio, l’amato», ha un significato speciale per il Cristo, vale certamente anche per noi.             Padre Giulio Michelini