Intervista a: Elena Colleoni


ELENA COLLEONI

Elena Colleoni

La mia “avventura” iniziò poco più di 4 anni fa, nell’Ottobre 2010,  a seguito del conseguimento di una laurea in Geologia.
L’idea di partire, di lasciare la mia famiglia ed amici in Italia, non mi era mai passata per la mente se non dopo  4 mesi di deludenti ed inconcludenti ricerche lavorative; così decisi di tentare “fortuna” all’estero, e precisamente a Perth, la capitale dell’Australia Occidentale.
La partenza da Milano Malpensa è stata decisamente dura; non sapevo cosa avrei trovato in Australia, non conoscevo nessuno né tantomeno avevo un adeguato livello di conoscenza della lingua inglese ma sapevo che se non fossi partita in quel momento, non avrei avuto il coraggio di partire mai più.
Perth è una città estremamente multiculturale. Lavorativamente parlando c’è un mercato in crescita e ci sono possibilità lavorative non solo per chi è un professionista qualificato, ma anche per chi ha determinazione e voglia di lavorare. Certo, non sempre è semplice trovare lavoro, ma decisamente hai maggiori opportunità lavorative rispetto all’Italia.
La maggioranza delle persone che ho incontrato è stata molto cortese e cordiale con me; gli australiani, nonostante gli atteggiamenti a volte un po’ rudi, sono gentili e sempre desiderosi di darti una mano, in caso di bisogno.
A Perth, oltre al lavoro, ho trovato anche una grande comunità Italiana. Sono tantissimi gli italiani che ogni giorno arrivano a Perth alla ricerca di migliori condizioni di lavoro e di vita … perché questa città, nonostante sia la città più isolata al mondo, è nel mezzo di una natura fantastica, nel pieno centro dei colori e del “life style” ( stile di vita) australiano, circondata da paesaggi senza confini e mozzafiato.
La mia esperienza all’estero, devo dire che é assolutamente positiva ed arricchente; consiglio a tutti quelli che hanno desiderio di partire e conoscere cose nuove di superare la paura e di “lanciarsi” perché l’esperienza si rivelerà sicuramente intensa ed appagante.


L’INTERVISTA

Chi è Elena Colleoni?

E’ una donna che ha cercato fortuna fuori e che ha trovato occupazione da ormai quattro anni in un continente lontano come è l’Australia.
Mi è stata data la possibilità di lavorare in queste terre e non nascondo che Montello, ai tempi, cominciava a essermi stretto. Soffrivo la routine e la solita vita,sentivo il bisogno di respirare altro.
Ho fatto il cammino di molti: lo studio tecnico, poi i cinque anni di università per laurearmi geologa, poi specializzazione in geologia terrestre. La fatica di trovare occupazione qui in Italia e quindi arrangiarmi in ogni tipo di lavoro: da cameriera a commessa. Poi senti che non ti basta una vita così precaria, con poche soddisfazioni: vuoi di più!!! hai voglia di autonomia, di crescita professionale e personale.

Qual è la passione di Elena?

Leggere. Io divoro libri, mi piace sfogliare pagine, sono curiosa, notizie, informazioni, studio. Negli ultimi anni e, soprattutto, in Australia ho scoperto la bellezza dello Yoga che non è certo un’attività da vecchi anzi è talmente piacevole che lo pratico tutti i giorni: è stata una scoperta incredibile. Oggi mi appassiono al mio di lavoro, amo moltissimo il mare, cammino parecchio, adoro gli amici e la loro compagnia.

Il viaggiare e l’estero?

Per la verità ho viaggiato molto poco nel passato e quando ero giovane e ancora negli studi: Svizzera, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca con Praga e Francia . Pensi che ho fatto il passaporto solo nel 2010!

E poi Australia!

Ebbene sì. Ma è dovuto soprattutto per il lavoro. Laggiù, i minerali, la roccia, la crosta terrestre rappresentano una ricchezza inaspettata e unica. L’Australia è il paradiso per i geologi. Un continente esagerato che conta solo 22 milioni abitanti, e resta ancora molto da scoprire. Al punto che l’estrazione mineraria resta l’attività primaria dell’Australia Occidentale che alimenta un commercio estero ed interno estremamente fiorente. Oggi è uno dei paesi con più giacimenti al mondo.
Nonostante abbia scelto l’indirizzo terrestre all’università, avrei sempre voluto diventare una geologa marina perché amo moltissimo il mare. E, alla fine,sono giunta a Perth e vivo a Scarborough, nel WA, che si trova proprio sull’oceano, nella costa occidentale . Oggi lavoro proprio su ciò che amo e per cui ho studiato: la geologia mineraria.

Un continente multiculturale?

Assolutamente. Di ogni etnia e con non pochi italiani che frequento regolarmente. A Perth incontri australiani veri, rozzi ma gentilissimi, molto aperti e conviviali.
E’ una città molto pulita. E’ avanti nelle tecnologie e sembra indietro in altre cose come la raccolta differenziata, non sempre sentita, ad esempio. Si fanno molte esperienze, di ogni tipo e con persone di tutto il mondo, che aprono lo spirito e la mente.
Tuttavia ci sentiamo immigrati, per finire, in un mondo che non è nostro. Io mi sento molto europea e sono contenta di esserlo.

Le tre realtà sociali buone che hai individuato?

Parchi e percorsi pedestri che incoraggiano molto l’attività fisica.
Il rispetto per le regole da parte di tutti, che permettono il funzionamento della società.
Il mercato del lavoro che è in crescita e dove puoi far carriera perché, non solo sei rispettato e pagato, ma puntano su di te.

Quale benessere? Ti senti bene?

Mi sento appagata nel lavoro, vivo sul mare, immersa nella natura, in un posto dove c’è sempre il sole. La temperatura è bellissima. Mi sento bene: sono partita da sola, ho lottato, ho dovuto contare soprattutto sulla mia forza e sto riuscendo.

Rottnest Island

Rottnest Island

Parlami degli italiani d’Australia: quelli di un tempo e quelli attuali che arrivano adesso, quelli delle seconde e terze generazioni.

I primi italiani, arrivati anni ’60-’70 hanno costruito e fondato la colonia italiana insieme ad altri immigrati. Sono visti come grandi lavoratori. Iniziarono la coltivazione della terra, la coltivazione dell’uva, l’allevamento degli animali. Furono grandi risparmiatori e lo sono ancora.
Quelli che arrivano adesso: alcuni sono curiosi e vogliono fare esperienze diverse, si impegnano e vogliono integrarsi. Hanno un buon successo e sono soddisfatti. Altri hanno piuttosto una mentalità del “mordi e fuggi”. Si lamentano spesso, sembra non andar bene nulla, sono un po’ critici dell’organizzazione australiana e non sono molto soddisfatti.
Le seconde e terze generazioni degli italiani non parlano italiano, ma si sentono italiani al cento per cento, sono orgogliosi e ci tengono assai alla storia della famiglia. L’Italia è vista bene dalla popolazione australiana e dagli oriundi italiani.

Beaufort festival a Perth

Beaufort festival a Perth

Quali nostalgie?

La famiglia – qui Elena si emoziona – Ho un bel rapporto con la mia famiglia, parlo spesso via Skype con i nipoti e in particolare con Matteo, il figlio della mia gemella. Ho molti amici a Perth, certo, ma non saranno mai come gli amici d’infanzia e di adolescenza. Scappai dalla routine, ma gli amici e tutte quelle cose vissute in gioventù restano dentro e mi mancano.
La cultura, la storia di paese, le viuzze, l’antichità, la nostra grande storia europea… laggiù manca la storia, è una nazione giovane in continua crescita ma le radici sono piccole: sono vuoti di storia e non la cercano.

Le forze educative del bagaglio di “Montello”?

L’italiano si arrangia, si aggiusta, è manuale, se ne esce. Il confronto con gli altri ti da un livello culturale enorme e unico, non c’è paragone.
Spesso incontro persone superficiali, senza spessore, senza storia e rilevo immediatamente la differenza e stimo la fortuna dell’educazione avuta.

Quale il futuro di Elena?

Tento un visto permanente per poi aver la cittadinanza australiana mantenendo la doppia cittadinanza, per poi ritornare in Europa o in Italia, vicino alla famiglia. Trovare lavoro nel mio settore e comunque poter contare su una possibilità di ritornare laggiù se qui non si trova nulla di soddisfacente.

La tua fede?

L’estero non fa troppo bene alla fede. Sono andato una volta ma poi ho smesso, perché non ho trovato un riferimento.

Quale augurio vuoi sentire?

Che realizzi i miei sogni, quello per cui ho lavorato tanto e ritornare in Italia, se possibile.


Una bella chiacchierata, simpatica, spontanea. Elena è una donna indipendente, adulta. Lei si definisce orgogliosa, permalosa, testona, che ha imparato a combattere.

Le scelte di vita l’hanno cambiata in profondità e in meglio.

Ha superato prove non semplici ed ha combattuto “duro”. “Son partita tonta”, dice, e, subito, ci si trova lo scoglio duro della lingua, che pensi di possedere, ma poi in concreto è molto difficile. Arrivi a non parlare con nessuno per non fare brutta figura. Per fortuna, continua, ho deciso di vivere con non italiani per essere costretta a parlare”.

Queste le fatiche che ha superato: la solitudine da gestire, le paure di non riuscire, di fallire da controllare. I previsto ostacoli ed è partita con ogni cosa a posto: i diplomi e i curriculum vitae tradotti e resi internazionali, il guardare avanti con coraggio mitigando l’amaro della lontananza. Poi, dopo la gavetta dei primi mesi, ha finalmente trovato un lavoro che la soddisfa e che è quello che ha sognato fin da bambina, e per cui ha fatto fatica negli studi.  

Elena è soddisfatta. E’ ripartita due giorni dopo l’intervista. Buon viaggio e buona fortuna! 

DRL