XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Pubblicato giorno 21 settembre 2024 - In home page

Servire con gioia il Signore nei fratelli

 

Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me». Mc 9,35-37

 

Gesù chiarisce molte volte ai suoi che dovranno subire tentazioni e persecuzioni. Si tratta di sofferenze dovute proprio al fatto di essere di Cristo, che il giusto sopporta serenamente, sull’esempio del Maestro.

L’annuncio della salvezza comincia con la Passione, ma si conclude con la certezza della Risurrezione: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Gli apostoli «non capiscono e hanno timore di interrogare» Gesù: la Pasqua non si capisce con la mente, ma con il cuore; la Vita non è una conquista dello studio o dell’intelligenza umani, ma un dono di Dio che ci raggiunge senza nostro merito e ci è conservato, attraverso il sacrificio di Cristo, nonostante le nostre mancanze.

Per questo Gesù prende come esempio un bambino e «lo mette in mezzo, abbracciandolo»: i piccoli non sono modello di perfezione, ma sanno gustare la bellezza dell’esistenza e ricevere l’amore senza meritarlo, non pretendono di capire tutto ma sanno vivere affidati a chi si cura di loro, hanno fiducia in chi li ama.

Impariamo anche noi a farci piccoli e a servire chi ci è accanto, a cominciare dallo sposo e dai figli, gioiosi verso tutti e autenticamente zelanti, senza invidie e gelosie, per la salvezza di ciascuno. Laura Paladino Famiglia Cristiana