Seguire Gesù con sapienza
Gesù disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo». Lc 14,25-27
Gesù, nel Vangelo, ci ammonisce seccamente: entriamo nella Salvezza, preparata per noi dall’origine del mondo, se impariamo a dare il giusto posto a quanti fanno parte della nostra esistenza, se sappiamo collocare ogni amore nella giusta prospettiva rispetto all’Amore da cui veniamo e verso il quale camminiamo, dal quale deriva ogni nostro amore e la stessa nostra capacità di amare. Si tratta, di riconoscere tutti e tutto come dono di Colui che ama fin dal principio ed è origine di ogni amore dato e ricevuto; si tratta, soprattutto, di non desistere di fronte alla nostra croce, di non vergognarci, di non scappare, di rendere testimonianza proprio nella fatica di portarla, soprattutto quando appare ingiusta, incomprensibile, schiacciante. Come per Gesù. Ciò richiede sapienza e discernimento, elargiti dallo Spirito: espressioni non della capacità umana ma della gratuita amicizia di Dio che precede ogni nostro desiderio.
Laura Paladino Famiglia Cristiana


















