71a GIORNATA NAZIONALE DEL RINGRAZIAMENTO

Pubblicato giorno 8 novembre 2021 - In home page

 

“Lodate il Signore dalla terra (…) voi, bestie e animali domestici” (Sal 148,10)

 7 novembre 2021

Quando lo sguardo dell’umanità si posa sulla creazione e il suo cuore trabocca di meraviglia per l’opera di Dio, la persona non può fare a meno di lodare il Signore per il dono degli animali, anzi la sua parola si intreccia con quella muta di tante creature viventi che accompagnano la nostra presenza sulla terra.

Esse sono spesso citate come riferimenti per la meditazione del saggio di fronte al mistero della vita: si pensi, quando Dio mette Giobbe di fronte alla bellezza e complessità del creato, proprio a partire dalle specie animali.

Talvolta essi sono anche portatori di messaggi rivolti agli umani, come accade nella storia dell’asina di Balaam.

Spesso, poi, essi assumono valenze simboliche che richiamano alla relazione con Dio, come nei tanti riferimenti al rapporto tra il pastore ed il suo gregge che compaiono nei Vangeli, o nell’immagine della colomba per indicare la presenza dello Spirito al Battesimo di Gesù.

Compagni della creazione, inseriti in un progetto di alleanza

Le prime pagine della Genesi collocano la creazione degli animali nel quinto e nel sesto giorno: quest’ultimo è lo stesso in cui viene creata l’umanità.

Il creatore non solo dona loro la vita, ma provvede anche al loro sostentamento: «A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde» (Gen 1,30).

Adam viene invitato a dare un nome agli animali, a segnalare una differenza e anche, allo stesso tempo, una prossimità relazionale: Dio, infatti, crea gli animali per liberare l’uomo dalla sua solitudine, anche se questa sarà colmata solo dalla relazione con una creatura simile a lui, la donna.

Gli animali: una prossimità donata e perduta

La prossimità agli animali, che nella tradizione della civiltà agricola ha portato a sentirli e trattarli quasi come partecipi della vita familiare, nella modernità è stata abbandonata, riducendo queste creature ad oggetti di mero consumo. La civiltà urbana, d’altra parte, ha portato talvolta a eccessi opposti, con un’attenzione per gli animali da compagnia talvolta superiore a quella per gli esseri umani.

Non si può misconoscere che a volte l’atteggiamento umano è predatorio nei confronti degli animali come verso le persone. Un approccio di ecologia integrale dovrà tornare, invece, a valorizzare un orizzonte equilibrato, superando la riduzione moderna del vivente a oggetto di consumo, per riscoprirne il valore proprio. Nei confronti degli animali non si può avere, allora, un rapporto puramente strumentale.

La quantità e la qualità degli allevamenti dipendono anche dalla domanda e dagli stili di vita delle persone. Lo stesso intreccio tra l’attenzione per il valore degli animali e l’istanza di sostenibilità invita a evitare quegli eccessi di consumo che, negli ultimi decenni, hanno distorto la salubrità della dieta mediterranea e aumentato il consumo di acqua in maniera esponenziale. Del resto, la tradizione cristiana consigliava il magro di venerdì, giorno della morte in croce di Gesù, con una motivazione spirituale ed etica, che si rivela preziosa anche per la custodia delle relazioni nel creato. Allo stesso tempo, occorre fare discernimento su quelle pratiche che pregiudicano gli interessi vitali degli animali, senza che ve ne siano in gioco di altrettanto importanti per gli esseri umani.

Vogliamo ringraziare il Signore per chi promuove forme di allevamento sostenibili. Merita attenzione, infine, la pesca: è importante garantire periodi di ripopolamento del pesce ed evitare forme intensive che distruggono l’ecosistema. Siano, dunque, garantiti i diritti di pescatori e pastori, la cui dignità va riconosciuta per la salvaguardia di antichi mestieri che sanno prendersi cura del territorio. La cura per gli animali che allevano ci sproni perciò a riconoscere adeguatamente il loro lavoro, evitando forme vergognose di sfruttamento e di caporalato.