Ascoltare con l’orecchio del cuore
L’invito è ad andare in profondità e cogliere l’essenza di ciò che si racconta, si pubblica, si registra.
Azione possibile solo attraverso l’“ascolto”, che non significa “origliare o spiare” o tantomeno “parlarsi addosso” come spesso accade nel dibattito pubblico, ma “l’ascolto di sé, delle proprie esigenze più vere, quelle inscritte nell’intimo di ogni persona”.
“Ascoltare”, quindi. Per una trentina di volte nel documento Francesco ripete questo verbo.
L’ascolto, scrive il Papa, “interpella chiunque sia chiamato ad essere educatore o formatore, o svolga comunque un ruolo di comunicatore”: dal genitore all’insegnante, dal comunicatore all’operatore pastorale o il politico. Ascoltare “rimane essenziale per la comunicazione umana”, tuttavia la tendenza è quella di “voltare le spalle e chiudere le orecchie”. “Il rifiuto di ascoltare finisce spesso per diventare aggressività verso l’altro”. Il rischio è grave: Solo facendo attenzione a chi ascoltiamo, a cosa ascoltiamo, a come ascoltiamo, possiamo crescere nell’arte di comunicare, il cui centro non è una teoria o una tecnica, ma la capacità del cuore che rende possibile la prossimità.


















