“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden,
perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15)
Il giardino è ottenuto in dono, è un dono pensato per lui da un Dio amante. Per tutelare i deboli e i piccoli, dobbiamo allenarci nel compito artigianale della cura e della custodia, partendo anche dall’ambiente che accoglierà queste vite.
Un ambiente che non è solo spazio fisico, ma soprattutto luogo del relazionale. Una vita che nasce è già di per se un miracolo e dovremmo essere preparati non solo a non ostacolarne l’avvento e la nascita, ma anche a predisporne il necessario perché sia custodita perché crescendo possa portare i frutti dello Spirito che il Signore gli ha dato in dono. Davanti ad ogni famiglia si presenta l’icona della famiglia di Nazaret, con la sua quotidianità fatta di fatiche e persino di incubi, come quando dovette patire l’incomprensibile violenza di Erode, esperienza che si ripete tragicamente ancor oggi in tante famiglie di profughi rifiutati e inermi. Come i magi, le famiglie sono invitate a contemplare il Bambino e la Madre, a prostrarsi e ad adorarlo.
Come Maria, sono esortate a vivere con coraggio e serenità le loro sfide familiari, tristi ed entusiasmanti, e a custodire e meditare nel cuore le meraviglie di Dio.
Nel tesoro del cuore di Maria ci sono anche tutti gli avvenimenti di ciascuna delle nostre famiglie, che ella conserva premurosamente. Perciò può aiutarci a interpretarli per riconoscere nella storia familiare il messaggio di Dio. L’invito a vivere questa giornata come momento di riflessione, per diffondere semi di speranza e di nuova operosità, stringendo valide alleanze educatrice fra le istituzioni e tra le stesse famiglie per favorire la libertà vera.


















