“NON AMIAMO A PAROLE MA CON I FATTI”
Per pregare il Padre Nostro “ci vuole coraggio”. Lo dice Papa Francesco, in una lunga intervista di commento alla preghiera insegnata da Gesù, realizzata da don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova. Papa Francesco sottolinea che “diciamo di essere cristiani, diciamo di avere un padre, ma viviamo come … non dico come animali, ma come persone che non credono né in Dio, né nell’uomo, senza fede, e viviamo anche facendo del male, viviamo non nell’amore, ma nell’odio, nella compe- tizione, nelle guerre”.
Riflette sul significato di “sia santificato il tuo Nome”. Ma Dio – si chiede – “è santificato nei cristiani che lottano per il potere? È santificato nella vita di quelli che assoldano un sicario per liberarsi di un nemico? È santificato nella vita di coloro che non si curano dei propri figli? No, lì non è santificato il nome di Dio”.
Per questo, Papa Francesco sottolinea che “ci vuole coraggio per pregare il Padre Nostro”. E invita: “Mettetevi a dire ‘papà’, a credere veramente che Dio è il Padre che mi accompagna, mi perdona, mi dà il pane, è attento a tutto ciò che chiedo, mi veste ancora meglio dei fiori di campo”. Vero, ammette il Papa, “credere è un grande ri- schio”, perché lascia il dubbio che tutto non sia vero. E allora si deve “osare, ma osare tutti insieme. Per questo, pregare insieme è tanto bello: perché ci aiutiamo l’un l’altro ad osare”.
E come commentare il “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, “Da bambini, a casa – dice – quando il pane cadeva, ci insegnavano a prenderlo subito e baciarlo: non si buttava mai via il pane”. Il pane è “il simbolo di questa umanità, è il simbolo dell’amore di Dio per te, il Dio che ti dà da mangiare.
Gesù non ci ha consegnato questa preghiera perché fosse semplicemente una formu- la. Con essa ci invita a rivolgerci al Padre per vivere come figli suoi (…) Gesù ci rivela che il Padre desidera riversare su di noi lo stesso amore che ha con il suo figlio. Spero che ciascuno di noi mentre dice Padre Nostro sempre più si scopra amato, perdonato, bagnato dalla rugiada dello Spirito Santo e sia capace di bagnare ogni altro fratello e sorella. Avremo una idea di cosa sia il Paradiso”.


















